Quotazione palladio: news e consigli per il trading
La quotazione del palladio negli ultimi anni ha raggiunto valori decisamente interessanti all’interno del comparto delle commodities. Un rash iniziato a partire dalla fine del 2017 e continuato fino a ottenere un testa a testa, verso la fine del 2018, con l’oro (quando invece l’argento e il platino avevano dato già segni di cedimento).
Fattori che incidono sul consumo
Ricordiamo innanzitutto che il palladio è un metallo, che rientra tra quelli rari ed è utilizzato in vari settori dell’industria (manifatturiera soprattutto per la produzione di componenti di auto, oppure apparecchi odontoiatrici, e quella chimica). E’ inoltre dotato di duttilità (il che consente trasformazioni a basso costo) e anche di una bassa ossidazione.
Gli usi più diffusi sono molto simili a quelli del platino tra cui la produzione di componenti di orologi e l’industria automotive (soprattutto nella produzione di catalizzatori) oltre che nell’odontoiatria. A questi impieghi più conosciuti si aggiunge quello nel settore orafo, visto che il palladio è usato come altro metallo per la produzione di oro bianco (lega oro e palladio).
Come succede con le altre ‘materie prime’ una variazione della domanda in questi settori porta ad un’incidenza diretta sulla quotazione del prezzo, con aumenti quando la domanda supera l’offerta e riduzioni in casi contrari. Alla pari di molte commodities il prezzo può essere influenzato anche dai grandi produttori che possono mettere in campo azioni di ‘stoccaggio’ proprio per incidere sul trend.
Dove si concentra la produzione?
I due Paesi principali produttori/estrattori di palladio sono la Russia e il Sud Africa. Insieme detengono circa l’80% della produzione totale, il che consente alle due Nazioni di avere un certo peso nelle variazioni di prezzo. La restante parte dei giacimenti si trova in: Stati Uniti e Canada per il continente americano, in Australia e in Zimbawe. Nel particolare la più grande società produttrice è la russa Norilsk Nickel, mentre al secondo e terzo posto troviamo rispettivamente la Anglo American Platinum e la Impala Platinum, e a poca distanza, al quarto posto la Lonmin (Fonte: Borsainside com – Data: 6 febbraio 2019).
Se la Russia è il principale produttore non lo è come consumatore, visto che la domanda arriva soprattutto dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dal Giappone, con una fetta di maggioranza impegnata dai settori auto e tecnologia (soprattutto per la creazione dei componenti elettrici, marmitte e circuiti). Così come accade per l’argento il mercato più grande, dove viene definita la quotazione del palladio di riferimento, è a Londra, con il London Platinum and Palladium Market (identificato con la sigla LPPM).
Anche come investimento?
Come è accaduto anche per altri metalli preziosi (ad esempio il platino) l’affermarsi del palladio come oggetto di investimento si è verificato di recente soprattutto se riferito all’oro ed all’argento. Basta considerare il balzo in avanti che il prezzo di questo metallo raro (dal tipico colore grigio chiaro tendente al bianco) ha segnato negli anni ‘90. Un’oncia nel 1990 costava infatti circa 150 dollari, mentre nel 1998 il prezzo era più che raddoppiato arrivando a 350 dollari. Solo due anni più tardi, nel 2000 il prezzo era salito a circa 800 dollari a oncia, e nel 2001 a 1125 dollari circa. La contrazione delle produzioni nelle quali veniva impiegato, durante il periodo della crisi economica degli anni 2000 ha poi riportato a una forte contrazione del prezzo e, come detto all’inizio, solo da qualche tempo il prezzo è tornato a valori molto elevati.
Andamento quotazione
(Fonte: Coininvest com – Data: 6 febbraio 2019)
Approfondendo quanto evidenziato nel precedente paragrafo nel 2010 il prezzo del palladio si era ridotto a circa un terzo dal valore di massimo segnato nel 2001, per iniziare una fase di salita non particolarmente repentina ma comunque significativa. E’ dal 2017, con la ripresa del settore auto soprattutto grazie alla crescita della ricchezza pro capite in alcuni Paesi asiatici, che la quotazione del palladio, come si vede dal grafico, ha ripreso a correre.
A fine 2018 è arrivata alla soglia dei 1400 dollari a oncia a sfidato la leadership tenuta a lungo dall’oro. Quest’ultima commodity ha un po’ pagato la flessione del dollaro Usa, mentre per il palladio non ci sono stati effetti negativi in questo senso, segnando una crescita del 50% del suo prezzo in soli 6 mesi. Il prezzo si mantiene da qualche tempo sulla quota dei 1100 dollari per oncia.
(Fonte: Coininvest com – Data: 6 febbraio 2019)
Previsioni
Le posizioni degli esperti per quanto riguarda il trend futuro del palladio sono variabili. Come riportato da Reuters a fine dicembre 2018 tra i più positivi troviamo ad esempio gli analisti di TD Securities per i quali il palladio continua a lanciare segnali lunghi su tutti gli indicatori in un trend verso l’alto trainato dalla Cina tra i principali importatori di questo ultimo periodo. Meno ottimisti analisti di Metals Focus che basandosi all’indice di resistenza relativa ritengono il palladio una materia prima ipercomprata e perciò soggetta ad una possibile correzione dei prezzi.
(Fonte: Reuters – Data: 6 febbraio 2019)
Dove investire?
Visto il prezzo all’oncia l’acquisto diretto del Palladio rappresenta una via di investimento praticamente preclusa ai piccoli investitori che potranno ripiegare sull’investimento indiretto.
Alla pari di molte altre commodities, infatti, anche questo metallo viene offerto quale sottostante dei derivati, ad esempio CFD (approfondimento: Broker CFD), da parte di numerosi brokers. Ad esempio al 6 febbraio 2018 possiamo indicare tra gli altri Plus500, Avatrade ed IG.com. In tutti e tre i casi sarà possibile usufruire di un conto demo attraverso cui esercitarsi con soldi virtuali prima di procedere al trading vero e proprio.
(Fonte: sito ufficiale Plus 500, Avatrade ed IG com – Data: 6 febbraio 2019)