Quotazione mais oggi: trend e news
Il consumo del mais è diffuso in tutto il mondo, sia per l’alimentazione delle persone che per quella degli animali (che rappresenta tra l’altro la quota di consumo maggiore). La quotazione del mais quindi vale sia per il mais come prodotto che come quotazione di derivati soprattutto nel caso dei futures.
(N.B. Questi ultimi sono contratti nati diversi decenni fa proprio come forma di “polizza” sulla variazione del prezzo che un prodotto soggetto a commercio poteva e può subire)
La quotazione del mais, inteso come prodotto alimentare, per il 2018, così come gli anni precedenti e successivi, è condizionato in modo diretto dall’offerta e dalla domanda, con le dovute distinzioni a seconda che sia di tipo biologico, destinato alla produzione di mangimi, ecc. I principali produttori al mondo sono comunque: Stati Uniti, Cina e Brasile.
(Fonte: Worldofcorn com – Data: 24 agosto 2018)
Come trovare i valori delle quotazioni?
Bisogna fare una distinzione tra i mercati nazionali e quelli mondiali. I mercati nazionali (ad esempio quello di Milano e di Bologna, per l’Italia) si occupano della quotazione del prodotto “mais o granoturco”, quindi delle oscillazioni di prezzo che possono rendere più o meno conveniente acquistarlo in un dato periodo. Le borse mondiali, quando cerchiamo la quotazione del mais, ci presentano invece il trend dei futures e ci spostano dall’investimento diretto (che implica avere magazzini dove conservare il prodotto) all’investimento indiretto su questi contratti. Questi hanno scadenze per lo più brevi vista anche la deperibilità del prodotto. Alla quotazione del mais è collegata inoltre anche quella di prodotti derivati che vengono ricavati dalla materia prima.
I mercati più importanti per i derivati sul mais sono:
- Euronext – Liffe: per i futures scambiati alla borsa di Londra nella sezione della borsa merci, con quotazione in euro e quantità minima negoziabile di contratti da 50 tonnellate);
- Chicago Board of trade (Cbot): per i futures quotati nella borsa di Chicago, sempre sezione borsa merci (con differenze tra i mini futures, i futures e quelli relativi alla borsa Chicago SRW).
L’unità minima è 1 bushel capacità di misura normalmente impiegata anche per altri ‘aridi’ quotati come ad esempio grano, orzo, segale, avena e soia.
Andamento quotazioni
Come possiamo vedere dal grafico, relativo al trend che parte dal 1975 fino ad arrivare al giorno d’oggi, la quotazione del mais ha avuto sempre un trend volatile e variabile. Un andamento comunque prevedibile in quanto la produzione del mais dipende dal fattore climatico che non è controllabile. Questo spiega periodi di impennate dei prezzi e quindi delle quotazioni.
Da segnalare inoltre che dagli anni 2000 la domanda di produzione di mais è cresciuta per gli impieghi alternativi che sono stati fatti di questo prodotto e che esulano dal mero aspetto alimentare (primi fra tutti la produzione di combustibili di varie tipologie tra cui pellet, carburante verde, ecc)
(Fonte: Investing.com – Data: 24 ottobre 2018)
Questo spiega l’impennata dei prezzi che ha raggiunto i suoi massimi tra il 2006 ed il 2012 quando il prezzo del mais in alcuni periodi è più che triplicato rispetto al 2005. Se consideriamo invece la linea attuale intorno ai 370 dollari, questo valore si presta ad una molteplice lettura. Da una parte infatti questo target price a livello storico rappresenta un massimo eccezionale per un lungo periodo, dall’altra può essere considerato una netta contrazione rispetto agli 800 dollari raggiunti intorno al 2013. Rimane comunque, almeno per l’ultimo triennio, un valore medio di riferimento che spesso ha funzionato da supporto o resistenza nell’analisi tecnica applicata al trading online.
(Fonte: Investing.com – Data: 24 ottobre 2018)
Fattori che influiscono sull’andamento
La quotazione del prezzo del mais, come già detto dipende da fattori non controllabili, come il clima: un disastro climatico che distrugge parte della produzione avrà ripercussioni sul prezzo del granoturco, così come accade per altri prodotti alimentari. Ci sono poi però altri fattori da tenere sotto controllo e che influiscono sulla quotazione. Questi sono soprattutto riconducibili a eventi annunciati politico-economici come:
- accordi commerciali tra stati;
- problematiche legate a dazi commerciali;
- aumenti di imposte (come ad esempio l’Iva, ecc).
Ne è un esempio l’annuncio del 2018 dei dazi Usa sui prodotti cinesi e la risposta di un pari trattamento da parte del governo cinese, che ha avuto immediate ripercussioni rendendo il mercato dei prodotti alimentari Usa molto volatile e instabile. Questo evento macroeconomico ha parzialmente offuscato anche l’accordo tra Usa e Messico che ha portato ad un’impennata della quotazione del mais di breve durata.
Riassumendo per comprendere e, nel possibile, anticipare il trend del mais anche nell’ottica di un investimento bisogna considerare:
- nuovi accordi commerciali;
- presenza o minacce di dazi sui prodotti;
- calendari economici per i dati sulle produzioni;
- disastri e problemi climatici che incidono sulla produzione.
Investimento in CFD o futures?
Per procedere a un investimento indiretto sul granoturco i futures sono solo una delle alternative. Tra le altre troviamo ad esempio i CFD. Questi sono presenti anche nell’offerta di alcuni noti brokers autorizzati tra i quali al 24 ottobre 2018 possiamo menzionare Plus500 (ticker interno ZC), IG (ticker interno GRA) ed Avatrade.
Ovviamente pur trattandosi di derivati le strategie da adottare e i costi collegati all’investimento, oltre alle condizioni minime necessarie, sono molto differenti a seconda che si scelgano futures o CFD. Nel primo caso, ad esempio, bisogna avere un conto titoli idoneo alla loro custodia, mentre nel caso dei CFD questa condizione viene meno, dovendo solo aprire un conto con uno dei broker che offre la possibilità di fare trading.