Quanto vale l’alluminio: guida alla quotazione
L’alluminio è un metallo che oggi trova un ampio utilizzo in differenti settori. Per questo la quotazione dell’alluminio segue dei prezzi e delle logiche differenti a seconda che consideriamo l’alluminio vecchio (derivante da un rottame o dalla raccolta differenziata dei rifiuti) oppure quello allo stato grezzo, od ancora i future e altri prodotti derivati. La quotazione avviene, per l’alluminio fisico in dollari Usa per tonnellata.
Condizioni che ne caratterizzano il trend del prezzo
La grande diffusione che trova oggi l’alluminio è dovuta a tanti fattori, ma in primis c’è la sua grande duttilità che ne permette l’uso nei bisogni domestici, nella produzione di componenti di piccoli elettrodomestici, ma anche nell’edilizia soprattutto per la produzione dei cavi elettrici, nel settore automotive, nautico e aerospaziale, per la produzione di componenti per i laboratori, telescopi o specchi, ecc.
Infatti questo metallo che è di colore argento-grigio chiaro, ha due importanti caratteristiche: è facile da fondere e da plasmare, ed è molto leggero. Tuttavia nonostante la grande richiesta del prodotto, non c’è mai stata nel corso del tempo una vera e propria ‘impennata’ della sua quotazione, soprattutto perché si tratta di un minerale molto diffuso sull’intera crosta terrestre. Non è facile trovarlo allo stato puro, ma presenta buone percentuali legate ad altri minerali. In tal caso l’estrazione e la lavorazione sono molto semplici e con costi contenuti. Tra le roccie più diffuse che lo contengono c’è la bauxite, dove in media la presenza dell’alluminio raggiunge circa il 25% del totale.
Ricordiamo infine che si tratta di un minerale facilmente utilizzabile anche in leghe con altri minerali, come il rame e lo zinco, il silicio, il magnesio e il manganese.
Maggiori produttori
Le industrie più grandi al mondo per la produzione dell’alluminio sono: la Rio Tinto, la multinazionale Alcoa, la BHP Billiton, la RusAL, la Aluminum Corporation of China, la Norsk Hydro. La domanda arriva soprattutto da quei Paesi che hanno un elevato livello di produzione di auto, e altri prodotti nei quali viene utilizzato. Tra i principali ricordiamo la Cina, gli Stati Uniti di America, l’Australia, il Canada e la Russia che rappresentano allo stesso tempo anche i maggiori produttori insieme all’India ed agli Emirati Arabi (Fonte: Metallirari.com – Anno rilevazione: 2016).
Quotazione e andamento storico
La quotazione dell’alluminio come materia prima (non vecchio e nemmeno riciclato) avviene principalmente nella Borsa LME di Londra. Se invece consideriamo la quotazione dei futures sull’alluminio allora quella principale è la LFFE sempre a Londra. Per entrambe le quotazioni si usa il dollaro Usa come valuta di scambio e di riferimento.
Per valutare il trend dell’alluminio per prima cosa dobbiamo considerare le fasi dell’industria che ne fa uso. Quando si verificano le eventuali crisi di questi settori, la domanda si contrae e la quotazione alluminio ne risente immediatamente, come è accaduto nel periodo della crisi tra il 2008 e il 2009 quando la quotazione aveva raggiunto circa 3000 dollari e precipitò velocemente fino a toccare 1200 dollari.
Il punto più alto toccato in circa un ventennio è stato di 3200 dollari, mentre il minimo rimane per il momento quello intorno ai 1200 dollari Usa. Altri fattori che influenzano la quotazione del prezzo sono le condizioni economiche dei due principali Paesi utilizzatori e produttori, ovvero la salute economica degli Usa, India e quella della Cina. Oggi la quotazione viaggia intorno ai 1900 dollari circa.
(Fonte: LME – Data: 21 marzo 2019)
Per quanto riguarda l’andamento recente come si può notare dal grafico in circa un mese di quotazione il prezzo ha oscillato tra 1825 dollari circa fino ai 1925 dollari circa, con un range di circa 100 dollari. Parliamo però di una situazione economica “normale” con un’economia globale che non brilla ma che nemmeno si trova in crisi.
(Fonte: sito LME – Data: 21 marzo 2019)
Dove investire?
Nel caso della quotazione dell’alluminio bisogna fare distinzione tra i vari “tipi” di interesse di questo metallo. Se si è amanti della raccolta del prodotto vecchio, allora si deve considerare un valore al chilo abbastanza basso (come ad esempio nelle campagne di raccolta delle lattine e latte di prodotti alimentari). In genere si è nell’ordine di 50 centesimi per Kg. Inoltre bisogna rivolgersi alle società specializzate nella raccolta di alluminio vecchio e del suo riciclo.
Al di là di questa sfera, si deve poi considerare il tipo di destinazione. Ad esempio, nel caso dell’uso nei cavi elettrici, sul sito di Confindustria, si può vedere la quotazione proprio della parte legata alla produzione dei cavi elettrici:
(Fonte: Aice anie it – Data: 21 marzo 2019)
Qui notiamo che la quotazione è sempre per tonnellata ma rispetto alla quotazione del metallo puro al LME di Londra, per prima cosa c’è la conversione in euro (quindi la quotazione risulterà più bassa rispetto a quella espressa in dollari). E’ inoltre possibile notare che la quotazione dell’alluminio nei cavi elettrici risulta essere di circa 800 o 900 euro in media maggiore rispetto a quella del metallo puro.
Se invece andiamo a considerare la quotazione dei futures, vediamo che in primis il contratto non è per tonnellata ma per 25 tonnellate e che la quotazione tende a essere in linea con il trend del sottostante ma con un margine di importo più elevato, in media di almeno 200 dollari.
Come investire?
In base a quanto appena detto è quindi possibile scegliere di investire sia in modo diretto che in quello indiretto (approfondimento: Come investire online). Direttamente, esclusa la vendita di alluminio riciclato, si può investire anche nelle azioni delle grandi multinazionali che lo producono, oppure in quelle che ne fanno un ampio uso (ad esempio quelle automobilistiche). Indirettamente la scelta può riguardare i futures, oppure altri derivati come i fondi ETF od i contracts for difference (che logicamente utilizzano questa commodities quale sottostante).