Azioni Facebook: consigli utili prima di investire
Tra le azioni che danno una certa vivacità al listino Nasdaq troviamo le azioni Facebook. Questi titoli hanno una storia abbastanza giovane, avendo fatta la loro comparsa nella quotazione solo nel 2012. Proprio per questo spicca il fatto che si tratta di azioni che suscitano interesse da parte sia di analisti che degli investitori.
Storia
La quotazione di Facebook è avvenuta con un certo ritardo rispetto alla nascita della società che gestisce il più popolare social network attualmente esistente. Infatti l’idea iniziale di un social network dedicato agli studenti dell’Università di Harvard risale al 2004. Il successo immediato spinse gli ideatori ad allargare la platea anche agli studenti di altre università a cui seguì l’ampliamento anche ai giovani studenti delle scuole medie. Al di là del limite di età, la registrazione per accedere al social network non prevedeva altri vincoli o limitazioni, il che ha permesso una diffusione molto estesa e in tempi brevi.
Con il successo raggiunto con un target con grande potenziale come quello degli studenti (che ne hanno portato a conoscenza anche le famiglie), la visibilità è cresciuta al punto da portarne l’accessibilità a chiunque, con il solo limite di un’età minima pari a 13 anni.
La quotazione in borsa
Quando il ‘padre’ di Facebook, Zuckerberg, ha annunciato la volontà di quotare le azioni Facebook, la popolarità che ne precedeva e seguiva il nome, ha richiamato l’interesse sia dei grandi investitori che di una fetta interessante di piccoli risparmiatori, pronti a investire una parte dei propri risparmi nell’offerta di questo titolo. Nonostante queste ottime premesse la partenza non è stata però brillante: il prezzo di collocamento scelto è stato di 38 dollari, che è cresciuto quasi subito fino a 45 dollari (una salita di circa il 18%) per poi tornare indietro e chiudere quasi al prezzo di collocamento (o poco sopra).
(Fonte: Teleborsa – Data: 27 novembre 2019)
Un brevissimo ‘tentennamento’ visto che oggi il titolo sfiora i 200 dollari ad azione. Non solo, come si può vedere nel grafico, possiamo apprezzare una crescita brillante e quasi continua fino all’inizio del 2018. A partire da quest’anno sono iniziate però delle fasi alterne con un punto di massimo di circa 208 dollari per azione, che risale a luglio 2018, a cui è seguito un brusco deprezzamento (complici anche le polemiche sulla sicurezza e sul furto dei dati) con il titolo che arrivò quasi a dimezzarsi.
Ma attenzione: ciò non significa che le azioni Facebook hanno perso completamente il loro potenziale, come dimostra anche la tabella sul trend che hanno avuto nell’arco dei primi 5 anni con un apprezzamento che dal raddoppiare dei primi anni, è poi cresciuto in modo esponenziale. Rimane comunque da considerare la ‘fragilità’ intrinseca di un titolo che ha questo genere di caratteristiche e che appartiene a un settore particolare proprio come è quello di Facebook, non collegato a doppio filo con l’andamento dell’economia reale.
(Fonte: Teleborsa – Data: 27 novembre 2019)
Andamento oggi e previsioni
Lo scandalo Cambridge Analytica ha segnato la prima battuta di arresto di un trend che aveva portato gli analisti a fissare un target price ambizioso, pari a 220 dollari per titolo. Superata la difficoltà dello scandalo, il titolo ha ripreso a salire ma a luglio è arrivato il punto di minimo annuale. Questo non ha scoraggiato gli analisti che di fatto hanno solo ridimensionato il target price a 212 dollari per azione. Questo target price non è stato ancora ritoccato, ma rimane l’interrogativo sulle conseguenze e gli effetti che potrebbe avere la separazione da Instagram, che rappresenta una delle importanti acquisizioni effettuate negli anni da Facebook.
La società americana non ha d’altronde molte scappatoie o soluzioni per evitare questo divorzio dal momento che è stato disposto dalla Federal Trade Commission (FTC), ovvero una sorta di Antitrust americana.
Nelle previsioni bisogna anche considerare il fatto che siamo ormai lontani dai 38 euro di prezzo ad azione, che avevano attirato anche i piccoli risparmiatori. Oggi l’investimento in azioni Facebook comporta un discreto esborso, che non è alla portata della maggioranza dei potenziali interessati.
Investimento diretto o indiretto?
La necessità di utilizzare un cospicuo capitale può però essere bypassata compiendo un investimento indiretto ovvero in un prodotto derivato che sfrutta le azioni Facebook come sottostante. Tra i derivati più utilizzati troviamo i Cfd, che sono proposti dai principali broker che operano sul mercato e che prevedono somme di ingresso contenute (anche solo di qualche decina di euro).
La scelta di un derivato permette anche di ridurre il rischio di dover fare i conti con un titolo per vari aspetti già maturo, che ha avuto un’esplosione repentina e che potrebbe prevedere tempi anche lunghi di assestamento, in un settore che è in continuo divenire e con poche certezze come quello del web.
Nel corso del 2019 sono infatti molti i fondi di investimento che hanno liquidato il titolo chiudendo del tutto le proprie posizioni rispetto ad esso, il che potrebbe essere sintomo di tempi non più troppo brillanti. Di contro l’investimento in strumenti come i Cfd libera gli investitori dalla necessità di sperare in un aumento del prezzo, potendo scegliere di muoversi a rialzo o a ribasso a seconda della strategia e delle analisi condotte (approfondimento: Broker CFD).
Nella scelta del broker al quale affidarsi non si incontrano problemi, proprio perché parliamo di un titolo popolare e molto ricercato, per cui l’offerta è reperibile presso qualsiasi intermediario. Ovviamente per prudenza è sempre meglio preferire quelli che sono vigilati e autorizzati ad esempio dalla Consob o da altre autorità di vigilanza similari a livello Ue.
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