Nifty 50 index: le cose importanti da sapere
Coloro che sono interessati alle potenzialità che possono provenire dai mercati borsistici dei Paesi emergenti conoscono già, almeno per sentito dire, l’indice Nifty 50. Altri ne possono conoscere il peso nei propri investimenti in modo indiretto, ad esempio quando viene usato come benchmark di prodotti finanziari derivati (come ad esempio gli ETF). Più precisamente si tratta di un indice che nel corso del tempo si è ritagliato una certa attenzione perché:
- è uno dei principali indici della Borsa indiana di Bombai (ex Borsa di Mumbai) insieme all’indice Sensex;
- il suo peso come ‘riassunto’ del trend della quotazione è indicativo dello stato di salute delle principali 50 società con maggiore capitalizzazione dell’India.
Tuttavia, a differenza di altri indici similari nel mondo, si registrano spesso cambiamenti nell’assetto delle società che ne fanno parte con frequenti uscite e nuove entrate. Questo impone frequenti aggiornamenti al fine di poterlo valutare al meglio a prescindere dall’economia indiana che, come tutte quelle emergenti, potrebbe palesare una certa volatilità.
Un po’ di storia
L’indice Nifty è nato nel 1996, più precisamente nella primavera di quell’anno, ed è stato denominato Nifty 50 proprio perché è ricavato come media ponderata dell’andamento delle prime 50 società a maggiore capitalizzazione, appartenenti a 12 settori. Quindi presenta, rispetto ad altri indici, la particolarità di non essere di settore o specialistico. E’ sempre rimasto di proprietà della India Index Services and Products (IISL), che a sua volta è una consociata che appartiene al NSE Strategic Investment Corporation Limited.
Fino al 2013 in verità c’era anche un altro Nifty 50, che raccoglieva le performance di 50 tra le più grandi e stabili aziende degli Stati Uniti (come ad esempio la Walt Disney e la Coca Cola). Per la denominazione era stato firmato un accordo di marketing e di licenza con Standard & Poor’s per il co-branding di indici azionari.
Andamento
Come possiamo notare dall’immagine precedente (Fonte: Investing com – Data: 23 agosto 2019) ci troviamo di fronte ad un trend storico abbastanza positivo, al netto di una certa volatilità sul breve/medio periodo. Questo andamento ha portato nell’ultimo quinquennio l’indice da 7964 punti ad oltre 10800 seguendo il trend dell’economia indiana tra i più positivi a livello mondiale.
Come sempre evidenziato dall’immagine precedente oggi il massimo intraday record di tutti i tempi è stato pari a 12.103,05 punti raggiunti il 3 giugno 2019, che coincide anche con il massimo assoluto. Focalizzandoci ancor di più sul 2019 possiamo evidenziare un andamento fortemente altalenante caratterizzato da grandi impennate come quella dell’8 agosto 2019 (+1,63%) seguite da altrettanto repentine discese come quella del 22 agosto 2019 (-1,62%).
Cosa comprende?
All’interno di questo indice troviamo tanti strumenti finanziari, come fondi negoziati in borsa sia onshore che offshore, ma anche opzioni negoziate in borsa presso l’ NSE in India e i futures e le opzioni all’estero presso SGX. Come detto copre ben 12 settori dell’economia indiana, il tutto esposto e riassunto in un solo portafoglio.
Se consideriamo la situazione della capitalizzazione complessiva rispetto al NSE, però si è registrato un forte calo, un aspetto abbastanza peculiare soprattutto se si considera il periodo che non è stato sfavorevole all’andamento della borsa indiana, con un passaggio dal 65% al 29%. Ciò però è stato dovuto all’aumento degli indici settoriali come il NIFTY Bank, il NIFTY IT, il NIFTY Pharma, il NIFTY SERV SECTOR, il NIFTY Next 50, e così via, aspetto che va considerato quando si vanno a controllare i grafici incentrati proprio sui livelli di capitalizzazione.
Come investirci?
Come già evidenziato all’inizio il Nifty 50 è spesso usato come benchmark di prodotti finanziari derivati tra cui spiccano sicuramente gli ETF. Come evidenziato da alcuni siti specializzati sono molte le alternative tra cui scegliere, alcune delle quali sono evidenziate nell’immagine di esempio seguente:
(Fonte: sito Morningstar.com – Data: 23 agosto 2019)
Analizzandone velocemente i rendimenti si evince come quasi tutte le alternative presentano un trend negativo all’interno dell’anno che vira sempre più in positivo aumentando l’orizzonte temporale con massimi generalmente interessanti a livello quinquennale e decennale.
(Fonte: sito Morningstar.com – Data: 23 agosto 2019)