Quotazione zucchero: come investire, quotazione e previsioni prezzo

Tra i vari generi indicati con il termine di ‘coloniali’, anche per quanto riguarda la differente classificazione per la quotazione, troviamo anche lo zucchero. Si tratta di un prodotto che trova ampio utilizzo in moltissimi settori, anche se quelli principali rimangono il settore alimentare e quello benessere.

Lo zucchero, come prodotto si può trovare in vendita sia raffinato (il prodotto si ottiene esponendo lo zucchero allo stato grezzo al solfuro di zolfo) che allo stato grezzo (in questo caso sia come zucchero di canna che di barbabietola non raffinato). Lo zucchero allo stato grezzo non si presenta con la tipica struttura cristallina di quello raffinato, ma ha una consistenza più farinosa e meno brillante oltre ad avere un colore tendente al marrone.

A seconda che si tratti di zucchero grezzo, raffinato, e proveniente dalla barbabietola o dalla canna da zucchero, incontriamo una differenza per la stessa quotazione.

Quotazione e dati che ne influenzano il trend

La quotazione dello zucchero è principalmente condizionata dal livello della domanda, che come già accennato in precedenza proviene in grande maggioranza dal settore degli alimenti e delle bibite. In tutti i continenti si produce zucchero (in alcuni con la barbabietola, in altri con la canna, e in altre zone entrambe le tipologie). Ciò fa sì che l’aspetto geografico non condizioni direttamente l’andamento del prezzo dello zucchero. Detto questo a causa del grande numero di produttori nel mondo, in alcuni stati i governi applicano pesanti dazi o tasse, per mantenere il prezzo dello zucchero da importazione elevato, così da favorire la produzione interna e scoraggiare le importazioni (un esempio lo troviamo con gli Stati Uniti).

Quindi un dato che sicuramente condiziona l’andamento della quotazione dello zucchero è la presenza o meno di politiche protezionistiche attuate dai vari governi. Oltre a questo però non ci sono grandi altre influenze, anche perché lo zucchero non può essere considerato un bene rifugio. Inoltre il suo andamento non si allinea con quello di altre materie prime del settore agricolo, comprese le altre commodities coloniali, e in più si tratta di un prodotto che ad oggi è abbastanza ‘destagionalizzato’. Per completezza di informazione i principali Paesi esportatori di zucchero sono il Brasile e l’Unione Europea (compresa l’Italia).

La quotazione dello zucchero, soprattutto tramite la compravendita dei futures avviene tramite la Borsa LIFFE di Londra (dove avviene anche quella del cacao) che rimane quella più importante per questo tipo di investimento. Il trading avviene su contratti che abbiano una quantità minima di 50 tonnellate mentre il valore del future stesso è espresso in dollari americani (come quasi tutti i coloniali).

Andamento

Nel grafico precedente vediamo l’andamento che va dagli anni ‘75 fino ad oggi da cui possiamo notare un trend costante nel corso del tempo ad esclusione delle le fasi di picco precedenti al periodo del 1985 e quelle successive al 2010. Vediamo quindi che per circa un ventennio questo bene, e di conseguenza il trend dei future che lo usano come sottostante, ha avuto un trend costante. Inoltre, tranne rare eccezioni il prezzo non ha mai raggiunto dei valori particolarmente elevati. Ad esempio il picco degli anni 2000, raggiunto nel 2011, è stato di solo 20 dollari maggiore rispetto a quello corrente.

Quindi l’investimento diretto o quello su futures non costringe gli investitori a impiegare soglie troppo elevate. Tuttavia la natura stessa dell’investimento non si adatta a tutti i traders, richiedendo una buona conoscenza del mercato specifico e delle materie prime del settore agricolo.

Previsioni

Non sono molti gli esperti a sbilanciarsi in previsioni sull’andamento futuro della quotazione dello zucchero. Tra i pochi troviamo gli analisti di FITCH SOLUTIONS Macro Research che vedono un possibile modesto aumento nel prossimo periodo figlio della scelta di ridurre la produzione sia da parte dell’Ue che degli Usa e Brasile. Ciò detto non ci dovrebbero essere particolari scossoni verso l’alto del prezzo (a meno di particolari condizioni metereologiche avverse a livello globale) in funzione delle notevoli scorte di zucchero accumulate negli anni precedenti.

Quale tipo di investimento?

Una delle ragioni che può spingere ad investire in zucchero è quella della diversificazione. Ma quale sono le alternative percorribili per farlo? Considerata la varietà di società, soprattutto multinazionali, che usano lo zucchero, e la grandi multinazionali che lo producono e raffinano, sicuramente è possibile investire nella quotazione delle azioni di queste aziende. La scelta è tanto ampia che pur mantenendo lo zucchero come sottostante di interesse, si può costruire un portafoglio ampiamente diversificato di azioni di varie ‘Spa’ secondo le strategie che si è soliti seguire.

Diventa più complicato investire in modo diretto sul prodotto, per le difficoltà di stoccaggio e trasporto delle quantità che devono essere molto elevate per riuscire a guadagnare a sufficienza. Rischiosa anche la scelta di avviare un’attività di produzione vista l’elevata concorrenza ed il guadagno netto invece modesto soprattutto per le aziende di piccolo cabotaggio.

Sicuramente è più abbordabile la scelta di un investimento indiretto. Qui si possono investire capitali molto contenuti e contare ugualmente su una buona diversificazione. Nel particolare si può scegliere tra varie alternative come:

  • ETF: scegliendo i fondi con le migliori performance;
  • Futures: si deve avere una buona conoscenza sia del mercato che dello strumento in sé;
  • Cfd: modalità che permette di investire somme modeste e mantiene una maggiore “distanza” tra il sottostante (lo zucchero) e le fluttuazioni finanziarie derivanti dalle fasi di quotazione.

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